Il vento soffia forte da stamattina, 35, 40 nodi. Il mare è spumeggiante, potente, indomabile. Seduto al mio posto, mentre il mio MACSF naviga, rimango ipnotizzato dallo spettacolo della natura allo stato brado. Cullata, abbagliata, mi sento come se fossi un impasto impastato dagli elementi. Per un momento ricordo il mio amico Pierre-François Bonneau e i suoi ricordi e le storie dell’Oceano Antartico che mi ha raccontato, erano rimasti con lui dal suo viaggio a bordo della Marion Dufresne. PF ci ha lasciato improvvisamente e silenziosamente pochi giorni prima dell’inizio del Vendée Globe. Questa è una gara che amava e la sua scomparsa mi ha dato appena il tempo di realizzare che non avrebbe preso parte a questa avventura. Ora mi mancano i nostri scambi, come la sua presenza e il sostegno che così spesso ha dimostrato sin dal nostro primo incontro nel 2008 a Capo Istanbul. PF è stato spesso lì per me nei momenti difficili. La sua generosità, il suo umorismo, la sua finezza sono stati i miei compagni di viaggio dall’8 novembre. PF, stai tranquillo, ogni volta che prendo in mano la penna agitata e sballottata sulla sedia, il mio primo pensiero è per te. Con gratitudine.